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Rassegna stampa

Corriere dell'Umbria 
Torna il premio dedicato a Franco Molè Oggetto una performance su Shakespeare.
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Il Messaggero
Teatro, torna il premio Franco Molè e guarda alle opere di Shakespeare
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  • Andrea Paciotto e il cast della terza edizione
  • Cast della seconda edizione
  • Assessore Armillei e Nicola Molè premiano Renato Giuliani
  • Attori della quarta edizione
  • Caravaggio terza edizione
  • Attori della quarta edizione
  • Martine Brochard - Maurizio Scaparro - Enrica Bonaccorti
  • Renato Giuliani e Ferdinando Ceriani
  • Moreno Cerquetelli e Giovanni Pampiglione

Premio Franco Molè V° Edizione

FRANCESCO IAIA, GLORIA CAROVANA E MAURO BERNARDI I TRE VINCITORI DELLA QUINTA EDIZIONE PREMIO MOLE’-CITTA’ DI TERNI

Francesco Iaia ha vinto la quinta edizione del Premio Franco Molé-Città di Terni, e volerà così a “LaMaMa” di New York grazie alla borsa di studio offerta dall’Associazione Franco Molè.

Secondo posto per Gloria Carovana che insieme al terzo classificato, Mauro Bernardi, hanno ottenuto due borse di studio per partecipare all’attività de “LaMaMa International” di Spoleto.

Sul palco del teatro Secci (Caos) di Terni, i 17 ragazzi che quest’anno hanno partecipato alla quinta edizione del Premio Franco Molé con la regia di Lorenzo Salveti, hanno messo in scena alcune tra le più belle scene tratte dalle opere  del bardo a 400 anni dalla sua morte.

Nel corso della serata il direttore artistico Ferdinando Ceriani ha assegnato anche il premio Franco Molé nuova drammaturgia a Ettore Oldi per il testo “Dunant”, dedicato all’inventore della Croce Rossa Internazionale.

 

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Sarebbe necessario avere la grazia e la freschezza di quello straordinario artista che rispondeva al nome di Aldo Palazzeschi per scrivere degnamente la favola di Molè. Per gli amici più semplicemente Franco, un candido innamorato della scena drammatica, che un bel giorno deluso dalle esercitazioni retoriche dei suoi colleghi più illustri, prende in affitto una specie di antro in via dei Riari a Roma e fonda la Compagnia Alla Ringhiera, allestendo dalla sera dell’inaugurazione, nell’ormai lontano 1967, alcuni dei lavori più vivi e stimolanti, presentati fra discussioni e incomprensioni, dal versante dell’avanguardia.

Il caso Molè induce quasi di prepotenza a segnalare un modo antico e insieme nuovo di servire il teatro. Vale a dire in umiltà, animati da una dedizione completa e da uno spirito di sacrificio che ritroviamo nelle sue messinscene, tutti spettacoli da vedere!

 

Gian Antonio Cibotto