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Molè ha raggiunto una scrittura secca e recisa che veste i personaggi delle parole solamente necessarie a ragione della rapidità dei trapassi. E’ un autore che non si fa concessioni, la passione del personaggio deve accettare le parole, scabre e guardinghe, ed è un genere di rigore che a me piace.
Massimo Dursi
Se questo spettacolo fosse uscito da qualcuno dei rinomati e reclamizzati laboratori del nuovo teatro ci assordirebbero a furia di parlarne!
Giorgio Prosperi
A quale minimo denominatore può essere ridotta questa molteplicità di interessi e di forme nel lavoro di Molè? Il minimo comune denominatore è forse, a dirla in breve, una religiosa passione per l’uomo, per l’uomo in quanto portatore di verità.
Ruggero Jacobbi
Il lavoro di Molè riesce ad indirizzare le alchimie stilistiche verso precisi temi di racconto, riferiti alle insufficienze, alle crudeltà, alle sopraffazioni della civiltà dei consumi. Sicché la violenza satirica si scatena senza disperdersi in preziosismi formali. Il Molè conosce esattamente i termini del gioco, le possibilità drammaturgiche dell’emozione astratta, le sollecitazioni irrazionali della fantasia, la provocazione iterata.
Ghigo De Chiara
Credo che sia “folle” imbarcarsi in un’avventura teatrale, che ormai per Franco Molè dura da una vita, e ancora più folle è restare indipendenti, tenacemente attaccati al lavoro e alle proprie idee, essere sempre pervasi da uno scetticismo che non annulla la “rabbia moralista” della sua scrittura teatrale.
Carlo Rosati
Il teatro di Molè è un teatro che abbraccia l’universo nella sua vastità, che tratta l’individuo nei suoi caratteri umani, generali, complessi, teatro ambizioso ma giustamente ambizioso.
Achille Mango
Scrittura asciutta, nervosa, incurante di eleganze e raffinatezze e di espedienti tecnici accattivanti, il testo, fatto di una scrittura tesa sicura e compatta.
Paolo Emilio Poesio
Molè ha inventato uno spettacolo che è un’incessante scoperta. Uno spettacolo che andrebbe rivisto due, tre, quattro volte per riscoprirlo ogni volta da un’angolazione diversa.
Ettore Zoccaro
Bisogna soprattutto riconoscere a Molè lo sforzo intelligente di buttarsi oltre la ribalta, di farsi capire da un pubblico che un secolo di teatro borghese può avere oppiato ma che pochi anni di teatro insulsamente contestatario hanno portato all’esasperazione e al rifiuto.
Carlo Maria Pansa
E’ teatro vero ma è teatro nudo; privo di quel minimo di lenocinio necessario, appunto, per attirare. Di Molè si può dire che è sdegnoso del successo. L’applauso non lo interessa. Preferisce l’attenzione.
Giovanni Mosca
Sarebbe necessario avere la grazia e la freschezza di quello straordinario artista che rispondeva al nome di Aldo Palazzeschi per scrivere degnamente la favola di Molè. Per gli amici più semplicemente Franco, un candido innamorato della scena drammatica, che un bel giorno deluso dalle esercitazioni retoriche dei suoi colleghi più illustri, prende in affitto una specie di antro in via dei Riari a Roma e fonda la Compagnia Alla Ringhiera, allestendo dalla sera dell’inaugurazione, nell’ormai lontano 1967, alcuni dei lavori più vivi e stimolanti, presentati fra discussioni e incomprensioni, dal versante dell’avanguardia.
Il caso Molè induce quasi di prepotenza a segnalare un modo antico e insieme nuovo di servire il teatro. Vale a dire in umiltà, animati da una dedizione completa e da uno spirito di sacrificio che ritroviamo nelle sue messinscene, tutti spettacoli da vedere!
Gian Antonio Cibotto